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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

Nuotando a dorso

Ho sostato ieri nella casa di Narni, pochi minuti, ero solo e forse è la prima volta dopo anni che incidentalmente accade, ma non ne sono sicuro perché dopo anni perdi il conto delle cose che si ripetono a distanza di tanto e a contare - quando risuccedono - ricominci per forza sempre da uno, come calcolo di soldi spicci che non tieni a mente . Le stanze avevano il vezzo antico del ricordo, lo incoraggiavano, e io non mi lascio pregare, se c'è da rievocare. Accanto a quel termosifone, presempio, ho scalato notti insonni a preparare esami - Antichità medievali, Glottologia, Letterature comparate, - quello della cucina, dietro la porta a vetri, che mia madre un giorno scivolando spaccò con una testata da ariete: non si fece un graffio, ogni volta che la racconta le dò della miracolata. Proprio la cucina medesima dove sul tavolo studiavo invece in braccio al pomeriggio, una radio a transistor tarata su Subasio, e ragionavo "Mi piacerebbe fare lo speaker, ma non ne ho la

L'adultescente

La mia bella età - bella in senso estetico, non perché carica di anni, che non sono così troppi - mi spinge di tanto in tanto a occupare le stanze della mattina di domenica come un tempo occupavamo il classico: allora con l'acerba fierezza dei Guevara acneici, oggi per la porzione di malinconica memoria che sarebbe un crimine non assecondare. E ciò facendo mi capacito di come sia facile liberarsi delle abitudini incallite, con un minimo atto di volontà cioé, io che credevo me le sarei portate fino all'estrema unzione, certune. Piccoli sistemi di vita - la partita in tv, per dire - che mi spezzavano il piacere di altre cose, assai più piene e mie, cui finalmente mi dedico integro e straconvinto. Guardo la settimana che entra, segnata di tappe bellissime come ics sotto cui scavare sulla mappa di un tesoro disseminato, e so che se nessun diavolo ci mette l'uccello avrò di che star bene e accorgermi felice per un gran tempo ancora. Ho ripreso il mare con Gordon

La soffitta psichedelica

Passa un secondo e mezzo tra la chiusura della porta dietro e l'apertura della porta davanti in quelle specie di bare verticali che sono gli ingressi delle banche. In quei quindici decimi io ogni volta temo per la mia vita, chiudo gli occhi e immagino - come Woody Allen intrappolato nell'ascensore in Misterioso omicidio a Manhattan - di avere davanti prati verdi e sconfinati cieli azzurrini. Oppure, tipo stamattina, prendo un bel respiro e per distrarmi scendo a patti col tempo, e riscovo un qualche anfratto del passato, nemmeno dell'adolescenza ma dell'infanzia proprio, per carotare la memoria più a fondo che posso. Diventa una cosa come pescare da un sacco una biglia dove ce ne stanno centomila, questo prelievo di ricordi, che devi lasciar liberi di scapricciarsi, ed è fenomenale scoprire dove vanno a parare. Stamattina laggiù, nella prima metà dei Settanta. Nella prima metà dei Settanta cenavo sovente dai nonni materni, e ci dormivo, ed era tutto un rito, come er

Eppur si muore

Chissà che passa per la testa al padreterno quando scopre che gli manca il quarto e ci convoca all'improvviso per un doppio a tennis. L'ho fatto pure io di prender su il telefono e chiamare Claudio all'ultimo minuto ma insomma, la situazione era un tantino differente. Lui invece vuol giocare a tutti i costi, ha prenotato il campo, non sente ragioni, gli altri due stanno già palleggiando sul sintetico, il suo compagno s'è dato malato - perché a giocare con di o ci vuole fegato, non te ne perdona una - e lui piglia e ti chiama. Noi lo definiamo caso ma lui ha un elenco preciso cui attingere, a seconda delle esigenze. Oggi voleva giocare e così ha pensato a Giorgio. Ha calcolato i tempi, gli ha conficcato un'arancia in testa e l'ha costretto a mettersi scarpette e pantaloncini. "La racchetta ce l'ho io - gli ha detto condiscendente; - tu sbrigati a venir su". E così è andata. O altre volte fa esplodere globuli bianchi in maniera esponenz

Trasloco

Devo portare i miei libri da qui a là - dove per là si intende la nuova magnifica casa che è un sogno compiuto - e per farlo mi serve un metodo che mi faciliti la selezione. Tutti non c'entrano, devo fare una scelta: alcuni rimarranno dove sono, altri li regalerò. Ci penso da qualche giorno e alla fine ho deciso; era semplice, in fondo. La scelta privilegia per primi quei libri che mi hanno cambiato la vita, anche impercettibilmente, quei libri che dopo averli letti han trasformato la realtà intorno. Vado a memoria. Precisando che oggi parlo solo di romanzi, i più svelti a cambiar casa saranno loro. Cominciamo? Il primo, per forza e per amore, è "La volpe e le camelie" di Silone. L'ho letto in quarta ginnasio e fu un'epifania, il mio esordio nel romanzo adulto, il primo che nessuno mi costrinse a leggere ma che scoprii per volontà, e leggere per volontà è quel che ho cercato sempre di fare. Il secondo romanzo che traslocherò è "Il barone rampante&q