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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Ricordarsi di non dimenticare - Bologna, 2 agosto 1980

Il 2 agosto di 35 anni fa alla stazione di Bologna 85 persone dai 3 agli 86 anni saldarono insieme 85 destini in uno solo. Come rondini che per partire si fermano su un cavo dell'alta tensione prima della scarica mortale, inaspettata. Ne ho scritto già nel 2013, qui nel blog, ricordando cosa facevo quel giorno che avevo 13 anni. Numeri. Pensai subito: Guarda quanti numeri ci sono in uno scempio . Qualche vecchio all'epoca li avrà giocati a lotto, sicuro, e magari avrà anche vinto quanto basta per festeggiare con i figli e le paste del Caffé Italia. I disastri di alcuni sono la fortuna di altri. Tutti ricordano cosa facevano quel giorno, chi amavano, chi lasciavano, chi progettavano di amare e lasciare. Tutti tranne i colpevoli. Ne abbiamo alcuni, non tutti, non i mandanti. E gran parte di essi smemorati. Depistaggi: oggi sappiamo che ce ne furono; all'epoca, in diretta, era tutto vero mentre ce lo raccontavano. Avremmo poi scoperto, con gli anni e grazie alla testardaggin

La ragazza di Roma

Ogni volta che vado a Roma torno stanchissimo. Cento metri là corrispondono a un chilometro qui, mille metri a diecimila. C'è una scala uno a dieci per tutto, per ogni distanza, ogni speranza, che a Roma sembra avere dieci volte più corpo, ma magari è solo l'ombra che fa per terra. Io di speranze non ne avevo quando frequentavo la Città, vivevo libero da illusioni, vivevo ogni giorno fino a che non mi veniva sonno e il mattino dopo ricominciavo, attimo per attimo, non un orizzonte di più. Appena prendi a nutrirti di speranze ti scopri infelice, chi me lo faceva fare?  Per cui capitavano cose tipo questa. Andavamo a cercar libri in un posto lontano, io e un mio amico: il prof di Antichità medievali ci aveva detto Il mio testo si trova solo là . Ne avremmo comprato uno solo, uno di noi avrebbe studiato sulle fotocopie. Trovammo la libreria stanchissimi, sfastidiati dal ricatto morale cui ci stavamo piegando, relativamente astinenti: io da un paio di settimane, lui da meno tempo -

Musica leggera

A essere onesti, uno alla fine che chiede? Un po' di pace, una pausa lunga dalla strizza di ammalarsi, vivere in un posto dove l'aria si possa respirare a volontà, mangiare meglio, lavorare senza affanni, far l'amore teneramente, più tempo per scrivere, serenità per i figli, cinema che commuove, passeggiate, pisolini pomeridiani, dolci che non fanno ingrassare. Tanta roba, in effetti. Ogni tanto mi scappa, un post così. Meno letterario: musica leggera. Sarà la mia parte istintiva.  Comunque dovrebbero essere desideri comuni, discretamente avventati a sperarli tutti assieme. Invece abbiamo desideri strani, alternativi, indotti. Vacanze cervellotiche, cellulari che rinnovano il concetto di bellezza, macchine più veloci, che ci fanno morire prima, a volte. Ci pensavo stamattina, alla fine di un'altra stagione complicata e trionfale, con il suo contraddittorio basto di gloria e pena. Ogni tanto come oggi mi ricordo che mi piacevano cose che ho scordato: la marmellata di cas

Freddo come a luglio

Io che sono nato a gennaio, a gennaio vivrei tutto l'anno. L'inverno mi dà quel senso di protezione come nascondersi dietro uno scudo, il tepore di stare a una finestra di cucina mentre fuori il freddo copre tutto: le macchine, gli uomini, i loro passi. Eppure d'estate ho vissuto stagioni mirabolanti che ancora viaggiano nella memoria, senza bagaglio magari, lievi e incoscienti, clandestini che ogni tanto occupano il tempo che dovrei dedicare a domani. Non ho mai vissuto senza progettare, neanche nei giorni più indecenti dove il dolore era tutto e fuori di lui non c'era niente. Eppure adesso farsi di ricordi sembra per paradosso un nuovo progettare, non disordinato ma al contrario lucido di vita vissuta. Ciò che sono e ciò che sarò è ciò che sono stato; o meglio: ciò che mi è piaciuto essere di ciò che sono stato. Oggi scolpisco la mia vita su quello: sull'inclinazione a certe cose e non altre, perché fare quel che mi piace e trarne da vivere è esaltante. Non mi man