Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2013

Quando l'inferno ti banchetta dentro

Alcuni amici - vedendomi fare le cose di sempre - mi chiedono come ho superato l'evento più brutto della mia vita: la morte di mia moglie. Risposta facile: non l'ho superato affatto. Convivo coi suoi violenti strascichi e li combatto. Do loro del filo da torcere perché l'alternativa - che conosco:  ne sono stato vittima per alcuni mesi - è una condizione talmente disperata e asfissiante da farti desiderare di andare a dormire la sera e non svegliarti più. Non ci sono terze vie, io almeno non ne vedo: combattere o restarci sotto. Ognuno poi ha il suo modo di reagire alle tragedie personali. Il mio è sì fare le cose che mi piacciono: la radio, l'insegnamento, la scrittura. Ma è anche rispondere presente alla premura degli amici, che mi vogliono a cena o a una partita a tennis; è prendersi cura delle persone che amo. Non ho la pretesa di parlare a nome di tutti quelli che hanno subito un torto dal destino. Dico solo che io reagisco così. Le persone che amo, che mi stanno

Sui ricordi

Avrebbe cent'anni oggi mio nonno. Era nato nel 1913. Parlo del nonno materno: Igino. Che io ricordi nessuno mai lo ha chiamato così, solo Gino, per quella semplificazione familiare che nasce dalla necessità di nominarsi spesso. Per cui via la i con buona pace dell'impiegato dell'anagrafe, che coi venti di guerra che soffiavano magari sul registro quel nome neanche lo aveva scritto bene. Fece la guerra, mio nonno, la seconda, si capisce, e finì prigioniero degli inglesi in Albania, dove si sospetta che sia stato niente male: mangiava tutti i giorni, non doveva sparare e pare avesse anche dolce compagnia indigena. Non che ne sappia di più: ogni volta che qualche parente entrava in argomento lui svicolava e mia nonna - sua moglie - alzava gli occhi al cielo come a dire acqua passata . Mi ha allevato soprattutto lui, finché sono stato piccolo. A modo suo - rude, infaticabile e col cuore incredibilmente grande. Fare ordine nei ricordi che ho di lui non è facile. Sono tanti, t